Dopo l’1-1 di Benevento, Pirlo ha detto: “Ronaldo-dipendenti? E’ un catalizzatore, normale che il giochi si sviluppi su di lui”. Con CR7 non nascerà mai la sua Juve.
La Juve di Pirlo potrà mai esser tale con Cristiano Ronaldo in campo? Le idee del Maestro quanto sono condizionate dalla presenza di CR7? Quanto pesa nella valorizzazione del parco giocatori acquistato da Paratici la presenza del portoghese? In definitiva, la Juve di Pirlo quanta dipendenza ha da Cristiano Ronaldo e quanto questo può essere un problema?
Sono tanti gli interrogativi che in casa bianconera ci si sta ponendo nelle ultime ore dopo il pareggio, scialbo per la qualità scadente del gioco espresso, in casa del Benevento. Senza considerare la vittoria ancora sub-iudice sul Napoli, la Juve ha vinto solo 3 gare su 8, con 5 pareggi ed un gioco mai davvero decollato. Inoltre, anche in Champions, sono state poche le prestazioni degne di nota, come dimostra il successo last minute sul Ferencvaros, squadra che farebbe fatica ad ottenere una promozione dalla Serie C alla Serie B nei nostri campionati.
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Le parole del Maestro e la reazione di CR7
Alla domanda se la Juve è Ronaldo-dipendente, Pirlo a Sky ha risposto: “Ogni squadra è dipendente da Ronaldo. E’ un catalizzatore ed è normale che il giochi si sviluppi principalmente su di lui. E’ un giocatore importante ed è normale che ti faccia vincere le partite, però capita anche che non ci sia e quindi dobbiamo essere bravi a vincere anche senza di lui”.
Da queste parole nascono gli interrogativi sopra esposti. La Juve dovrebbe costruire una sua alternatività ad un catalizzatore, dovrebbe farlo sfruttando le centinaia di milioni spesi per comprare giocatori da Chiesa a Bernardeschi passando per Morata (che pur sempre va pagato). La Juve dovrebbe avere una sua alternatività ad un catalizzatore che decide quando esserci e quando non esserci: così, Ronaldo monopolizza il gioco della Juve solo quando vuole esserci, mentre Pirlo non può neppure sviluppare in allenamento l’alternativa: alla Continassa CR7 c’è, vogliamo scontentarlo progettando il futuro senza di lui? Meglio evitare.
Un catalizzatore deve essere un upgrade per tutta la squadra: come Ibrahimovic è per il Milan. Dire qualcosa del tipo: “Dobbiamo imparare a vincere senza Ronaldo, ma quando c’è Ronaldo passa tutto da Ronaldo” porta ad un’unica sintesi. Se la Juventus vuol fare lo step di cui ha bisogno per non restare attaccata alle prodezze di un giocatore straordinario, ma che tra pochi mesi compirà 36 anni, deve liberarsene il prima possibile. Per far sì che tutto il talento che c’è in rosa possa avere lo spazio per esprimersi al meglio.
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Le improvvide parole rassicuranti di Paratici
Di recente, l’uomo che ha architettato l’arrivo di Ronaldo alla Juventus, Fabio Paratici, dopo un paio di gol del portoghese si è affrettato a rassicurare: resta, almeno, fino al 2022. Resta da capire se Andrea Pirlo avrà realmente gioito di questa dichiarazione, se si sente l’allenatore della Juventus o il gestore della squadra di Ronaldo: due cose ben distinte. Ecco perché la Juve che ha voluto Pirlo ha un problema, si chiama Cristiano Ronaldo. Nel mentre si struttura una prevedibile separazione a fine stagione (le voci di addio si sono moltiplicate negli ultimi mesi, sintomo che anche il mondo CR7 ha difficoltà a digerire la situazione), resta da capire come il Maestro abbia voglia di risolvere la sua dipendenza.
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