Sessant’anni sono stati intensi, emozionanti, ed è successo di tutto. Ci sono curiosità su Diego Armando Maradona che non tutti conoscono
Si sa tutto, o quasi, di Diego Armando Maradona. Pregi e difetti, vizi e virtù, ciò che ha vinto e quello che ha perso, le debolezze e le fragilità, la forza e il talento, la natura divina al servizio del calcio. Sessant’anni sono stati intensi, emozionanti, ed è successo di tutto. Ci sono curiosità che non tutti conoscono o che qualcuno avrà dimenticato nel tempo.
Il cognome sbagliato
Maradona, un giorno, quando aveva undici anni e già incantava nell’Argentinos Juniors, si chiamò Caradona. Diego Armando Caradona. Un errore di battitura da parte del quotidiano El Clarin, lo stesso che ha annunciato, prima di tutti, la sua prematura morte. Si parlava di Maradona già nel 1971 dopo che Diego stupì tutti con una serie di palleggi durante l’intervallo di una partita in Argentina. Il futuro talento del calcio: Caradona.
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I capelli di Maradona
In pieno centro, a Napoli, c’è un altarino che custodisce un ciuffo di capelli ricci neri di Diego Armando Maradona. Saranno davvero i suoi? Ovviamente no. E’ una copia. Gli originali li conserva gelosamente Bruno Alcidi del Bar Nilo, in Via San Biagio dei Librai. Il suo bar è un luogo di culto. Si fermano tutti i turisti. Come ha avuto i capelli di Diego? Bruno viaggiò sullo stesso aereo della squadra nel 1990 di ritorno da una trasferta. Scendendo dall’aereo, si accorse che sul sedile di Diego c’erano dei capelli. I suoi. Li raccolse e li mise in un pacchetto di sigarette. Il resto è storia.
Due orologi ai polsi
Non tutti avranno notato che Diego Armando Maradona indossava sempre due orologi. Il motivo? Non solo moda: il primo indicava l’orario del luogo in cui si trovava in quel momento, l’altro era sicronizzato sul fuso orario argentino, la sua patria, così da sapere sempre che ora fosse per la sua famiglia e i suoi amici d’infanzia.
Gli altri due gol con la Mano di Dio
Quello storico contro l’Inghilterra ai Mondiali del 1986 non è stato l’unico gol di mano di Maradona. L’argentino ne ha realizzati altri in Italia. Lo confessò lo stesso Diego qualche anno dopo. Nessuno, in quel momento, si accorse di nulla. Geniale, come sempre. Uno lo fece contro la Sampdoria in tuffo e l’altro contro l’Udinese. In quella circostanza Zico se ne accorse e lo pregò di dirlo all’arbitro. Tentativo vano. Anche questa è storia.
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La Ferrari Testarossa
Maradona era un grande appassionato di auto. Nel 1986, come regalo per la vittoria dei Mondiali, la richiesta a Ferlaino, suo presidente al Napoli, fu la seguente: una Ferrari Testarossa. Ma Diego la volle speciale: non rossa ma di colore nero. Fu accontentato. Ferlaino spese 130mila solo per verniciarla. Ma l’argentino ebbe da ridire: mancava sia lo stereo, essendo un auto da corsa, che l’aria condizionata. Si sentì tradito, volle restituirla. Non andò così: lo accompagnò nella sua Napoli per molti anni.
La partita di beneficenza ad Acerra
L’uomo Maradona era immenso: nel 1985, contro il volere di Ferlaino, col Napoli che in campionato soffriva, Diego e alcuni suoi compagni parteciparono a una partita di beneficenza ad Acerra per raccogliere fondi per le cure di un tifoso malato. Con Diego in campo, la cifra che serviva, circa 20 milioni, fu raggiunta in pochissimo tempo. Diego, che non era ancora Maradona, pagò anche i 12 milioni di assicurazione di tasca sua per essere in campo. Un gesto che nessuno dimenticherà.
Maradona presentatore
Nell’agosto del 2005 Maradona debuttò in Argentina come conduttore televisivo di un programma che si chiamava La Noche del 10. Tredici episodi per un programma d’intrattenimento in cui Diego si divertì a coordinare gli ospiti trattando vari argomenti e raccontando anche momenti della sua vita privata. Tra gli ospiti di spicco, parteciparono al programma di Diego anche Pelè, Fidel Castro e Mike Tyson.
Sul palco con i Queen
Diego era un amante della musica, adorava diversi generi, tra questi anche il rock. Nel 1981, prim’ancora di trasferirsi in Italia, Maradona – che aveva appena vent’anni e in patria era già un idolo – salì sul palco durante un concerto dei Queen. Era un grande fan, Diego, di Freddie Mercury. Accadde l’8 marzo allo stadio José Amalfitani, sul campo di gioco del Velez. Diego, a fine concertò, regalò le sue maglie al gruppo nel dietro le quinte.
Quando Diego fece aspettare il Papa
Diego, durante i suoi anni a Napoli, chiese un’udienza privata con Papa Wojtyla. Fu accontentato. L’appuntamento era stato fissato per le 9.30 in Vaticano. Ma alle 10 Diego era ancora a casa sua, a Napoli, con la sua famiglia ancora alle prese coi preparativi per il grande evento. Nessuno seppe mai a che ora, realmente, Maradona raggiunse la città di Roma. Ma il Papa lo aspettò comunque e Diego e la sua famiglia, nonostante il ritardo, furono ricevuti. Col Papa ci furono anche momenti di tensione: Diego vide i tetti d’oro e chiese al Papa di venderli, dato che la Chiesa si diceva preoccupata per i bimbi poveri.
La notte prima del Gol del Secolo
La notte del 21 giugno 1986, il giorno prima di Argentina-Inghilterra, quarti di finale del Mondiale, gara consegnata alla storia per il Gol del Secolo e la Mano de Dios, Diego e i suoi compagni zittirono i giornalisti. La stampa voleva caricare la squadra ricordando ai calciatori la guerra, Maradona pretese si parlasse solo di calcio, per evitare di caricare ulteriormente la partita. In campo, ovviamente, il pensiero fu rivolto anche alla storia, ma Diego non volle se ne parlasse prima.
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