Andando oltre le smentite di rito, Gattuso ha parlato con Mertens: se serve, lo sacrifichi per il bene del Napoli.
Premessa: questo pezzo è volutamente provocatorio. Perché, nei momenti difficili, servono anche le provocazioni. Soprattutto perché, Dries Mertens è un monumento, un simbolo della storia del Napoli, uno di quelli da inserire nel Pantheon della storia azzurra e lasciarlo lì per sempre. Non solo per i 128 gol che lo rendono il miglior marcatore di sempre del club. Ma, per quel senso di attaccamento alla città, alla maglia, ai napoletani. Mertens spiega come si fa ad esser un gigante di questo sport, pur essendo alti “appena” 169 centimetri. Il belga, dopo una gemma in nazionale contro l’Inghilterra, è andato a segno anche contro il Milan dopo un digiuno che durava, ormai, da un po’ in azzurro. Ma, anche contro il Milan, nonostante l’assenza di Osimhen e la posizione da prima punta, la prova di Mertens mancava di brillantezza, di quella classe alla quale si sono abituati i tifosi del Napoli.
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Il confronto che serve a riflettere
Nonostante le smentite di rito, dopo il match con il confronto tra Gattuso ed il Napoli c’è stato: Mertens è stato tra i protagonisti del vis-à-vis. Per il tecnico del Napoli è finito il tempo degli alibi, soprattutto verbali. Contro la Roma, domenica sera, torna Osimhen e c’è un match già dirimente per la stagione azzurra, dopo le tre sconfitte consecutive in casa. Gattuso vuol portare avanti il suo progetto: arriviamo alla provocazione. Non scarichi il barile parlando di professori, non parli più di veleno. Si assuma la responsabilità di portare avanti il suo progetto, facendo anche una mossa difficile: come quella di mettere fuori Mertens se lo ritiene giusto.
La grinta in panchina, Gattuso lo sa bene, non si mostra con le urla, con il duro ringhio, ma con le scelte complesse. Uno dei suoi maestri, Marcello Lippi, non aveva paura di mettersi anche contro grandi campioni. Ne segua la scia, se lo ritiene, per diventare un grande allenatore. Senza alibi verbali. Perché i confronti aiutano a riflettere: Gattuso e Mertens devono solo pensare al bene del Napoli.
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