Focus interpretativo sulla frase utilizzata da Antonio Conte in conferenza stampa per commentare la stagione di Eriksen con l’Inter
Verrebbe da chiedersi, esclusi gli infortunati cronici, quali siano gli ‘altri’ calciatori ai quali Antonio Conte avrebbe offerto meno possibilità rispetto a quelle concesse a Christian Eriksen. La curiosità è stata inevitabile: al termine della conferenza stampa alla vigilia della partita contro il Torino, molti tifosi saranno corsi a leggere le statistiche della rosa per confrontare il minutaggio del danese con quello dei suoi compagni. Il tutto nasce dalla risposta che l’allenatore dell’Inter ha fornito a chi, per l’ennesima volta, gli chiedeva dello scarso impiego di Eriksen: “Ha avuto tantissime possibilità, anche più di altri” le parole di Conte.
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Eriksen ha collezionato 301′ dall’inizio della stagione. Nella speciale classifica dei più utilizzati, è al quindicesimo posto. Come a dire: dopo gli undici titolari, è il quarto cambio di Conte in partita. Ovviamente una forzatura, ma che rende l’idea. Il danese, da quando è arrivato, non è mai stato un titolare fisso, ma neppure uno di quelli sempre pronto ad avere le sue occasioni con costanza.
Perisic, rientrato dal Bayern, ha giocato il doppio: 599 minuti. Meno di Eriksen, tornando agli ‘altri’ di Conte, oltre a Skriniar, Sanchez e Sensi – tutti penalizzati dagli infortuni – ci sono Gagliardini, Ranocchia, Pinamonti e Nainggolan. I primi due sono alternative di valore, il terzo è l’alter ego di Lukaku che non gioca neppure quando manca il belga, il quarto è rimasto perché l’Inter non ha raggiunto nessun accordo per cederlo.
Conte sarà spesso costretto a rispondere a quesiti su Eriksen. Ogni volta, dovrà trovare parole alternative per non dire che il danese non rientra nei suoi piani e che, in realtà, ha anche provato a inserirlo, ma ottenendo in cambio prestazioni quasi mai all’altezza. La verità sta nel mezzo: Conte non ha mai permesso al danese di esaltarsi per quelle che sono le sue qualità, ma l’ex Tottenham non ha mai dimostrato, in campo, di potersi adattare alle novità tattiche proposte dall’allenatore.
In questa stagione, Eriksen è partito quattro volte titolare. Cosa è successo? Assolutamente nulla. Nessun gol, nessun assist, sussulti rari. L’alibi del ruolo resiste fino ad un certo punto. Forse Conte ha ragione, altro che bugia: interpretando le sue parole, il trequartista ha giocato anche più del previsto. Ecco spiegate, allora, le tantissime possibilità avute. C’è un’altra verità che appare oggettiva: Eriksen non ne ha sfruttata neppure una. E la colpa non è solo dell’allenatore.
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