La Lega Serie A accoglie Cvc ma la strada è ancora lunga – Ultime ANews

L’assemblea della Lega Serie A all’Hotel St. Regis di Roma è terminata, è una giornata storica per il calcio italiano: approvata all’unanimità l’offerta del fondo Cvc-Advent-Fsi

“Ringrazio tutti i presidenti e i fondi di private equity che credono nella nostra industria e sono disposti a investire un miliardo e 700 milioni in questo periodo storico per avere il 10% della società che gestirà i diritti commerciali del campionato di calcio di Serie A”così ha parlato il presidente della Lega di Serie A Paolo Dal Pino a margine dell’assemblea.

È una svolta epocale per il calcio italiano che non è abituato ad avere partner ma c’è bisogno ancora di tempo per far sì che questo processo sia definitivo. È stato approvato soltanto l’accordo per sei anni alla cifra di 1,7 miliardo di euro ma c’è bisogno di superare ostacoli normativi e fiscali.

L’acquisto del 10% della media company avverrebbe in quattro rate: 300 milioni al closing e 433 per le tre annualità successive. 

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Gabriele Gravina
(Gabriele Gravina Claudio Villa/Getty Images)

La trattativa col Governo, l’enigma legge Melandri e la questione Iva

I vertici del calcio italiano hanno avviato da tempo un dialogo con il Governo su tante questioni. In primis il ristoro per i danni inflitti dalla pandemia e dalle partite con gli stadi chiusi: si tratta di 600 milioni di euro di danni. Il mondo del pallone chiede il rinvio delle tasse e, per rimediare alle difficoltà, ha già predisposto delle norme interne.

Nell’ultimo Consiglio Federale ha approvato il differimento della scadenza per gli stipendi dal 16 novembre al 1 dicembre, eccetto i salari sotto i 50000 euro. C’è poi la battaglia con le televisioni: mancano i 230 milioni dell’ultima rata della scorsa stagione, la Lega ha portato in tribunale Sky, Dazn e Igm, ha avuto ragione, deve però ancora vedere i soldi.

Ci sono altre questioni aperte: il congelamento del Decreto Dignità riguardo al betting per 24 mesi e proprio il percorso riguardo all’apertura ai fondi. Bisogna mettere a punto il tema della governance e renderlo compatibile con la legge Melandri, da capire se si renderà necessario un cambio del quadro normativo, al quale potrebbe agganciarsi la proposta di Legge della senatrice Daniela Sbrollini (Italia Viva) per consentire un maggiore dinamismo del mercato.

L’imposta sul valore aggiunto oggi è neutra per i club che fatturano al lordo dell’Iva. Con il conferimento del ramo d’azienda della Lega organizzato per la commercializzazione dei diritti tv nella media company, una società di capitali, i club rischierebbero di dover pagare l’Iva due volte, a monte e a valle. La questione si lega all’aumento del minimo garantito di ricavi annui che i private equity avrebbero proposto alle squadre.

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L’impatto del calcio sull’erario: il punto di forza

Nella trattativa col Governo, il calcio si fa forte del miliardo di euro che versa ogni anno all’erario: per un euro investito nel calcio, lo Stato ha ottenuto un ritorno fiscale e previdenziale pari a 15,2 euro. Negli ultimi 11 anni la contribuzione del calcio italiano professionistico è stata di 11,4 miliardi e i danni sono reali: i mancati introiti da botteghino saranno a fine stagione di oltre 300 milioni, cui va sommata una riduzione del 40% degli sponsor e un azzeramento pressoché totale del merchandising: con i negozi e gli stadi chiusi vendere magliette e gadget è impossibile. Il danno a cascata arriva poi anche alla serie inferiori ma almeno il mondo del pallone ha realizzato un gol contro la crisi, una strada diversa per rendere più appetibile il suo prodotto; la partita, però, è ancora lunga e complicata.

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