Fabian Ruiz, reduce da una grande prova con la Spagna, da sempre divide i tifosi del Napoli. Eppure i numeri sono dalla sua parte
Dev’essere stata colpa di quel gioiellino in amichevole contro il Gozzano o di informazioni distorte arrivate dalla Spagna. Qualcuno deve aver fatto credere ai tifosi che il Napoli stesse acquistando un fantasista-goleador oppure un fuoriclasse assoluto. Per questo, forse, Fabian Ruiz avverte più d’altri il peso di aspettative confuse.
Lo spagnolo si presentò ai suoi nuovi tifosi con un gol all’angolino in amichevole a Dimaro, estate 2018, il marchio di fabbrica che ha caratterizzato altre splendide reti realizzate con la maglia del Napoli. Ma Fabian non è mai stato un goleador. Sono altre le sue peculiarità e non tutti l’hanno capito. Per questo, a Napoli, il dibattito è sempre acceso, e si alimenta di nuove teorie dopo (quasi) ogni gara con la Spagna in cui l’andaluso diventa protagonista. Come nell’ultima contro la Germania: tre assist nel 6-0 in Nations League.
LEGGI ANCHE >>> L’Italia ha scoperto Insigne: le chiavi della ‘cura Mancini’
Fabian non è Hamsik: il grande equivoco risolto dagli allenatori
Dal 2018, anno del suo acquisto per 30 milioni dal Betis, Fabian ha collezionato 11 gol e 10 assist in 95 partite col Napoli. Quella delle reti non è una media alla Hamsik, per intenderci, perché lo spagnolo è un altro calciatore. Non lo si può valutare dai gol. Al Betis, nella stagione della consacrazione, ne segnò appena tre, l’anno prima una sola rete nell’Elche. Fabian merita di essere giudicato – in positivo o negativo – per altri dettagli: è un costruttore di gioco, un play moderno, un giocatore di classe che non avrà rapidità di gamba ma ha personalità e, quando in forma, nel contesto giusto, sposta gli equilibri.
Non gli rubi palla, non lo sposti, ne subisci la pressione, le intuizioni, la fisicità. Per questo motivo con Ancelotti giocava sempre (soprattutto da falso esterno nel 4-4-2) e per Gattuso è indispensabile (lo scorso anno da mezzala, ora mediano con Bakayoko nel 4-2-3-1). Limiti? Ne ha tanti, come tutti: non è velocissimo e ogni tanto si concede delle pause. Lo fa anche in Nazionale. Ma lì si nota meno. Forse perché lo conoscono meglio.
Un gigante tra i giganti: cosa cambia con la Spagna
Nell’ultima gara, il 6-0 con la Germania, tutti i quotidiani lo hanno premiato con voti altissimi. Il Mundo Deportivo, commentando la sua prestazione, lo ha etichettato come ‘Resuscitato’ riferendosi ad alcuni passaggi a vuoto nelle ultime partite. Con la Spagna, Fabian si esalta perché si mimetizza nel talento collettivo: la sua è una Nazionale forte e lui, da mezzala destra nel 4-3-3, suo ruolo naturale, fa il suo e lo fa bene, senza strafare
Imparando dai migliori e provando a emularli forte della sicurezza e padronanza che ha dei propri mezzi. In 9 partite ha segnato 1 gol con 5 assist, di cui 3 con la Germania, di questi 2 da corner. Nei numeri, benissimo aveva fatto in Under 21: 5 gol in 14 partite e la palma di miglior giocatore nell’Europeo vinto nel 2018. Ma coi piccoli, Fabian era già grande. Un gigante per fisicità e spessore. Bisogna solo accorgersene.