O, alla luce dei fatti, meglio parlare di punto di non ritorno. Ieri sera alla Sardegna Arena si sono ripetuti cori aberranti nei confronti di Moise Kean, l’attaccante della Juventus autore del gol del 2-0. Quello che è successo dopo l’abbiamo visto, e sentito, tutti: l’esultanza polemica ma pacifica del giocatore sotto la curva sarda che ha incentivato gli incivili nella loro “follia”. Il presidente Giulini, in modo ingiustificabile, ha voluto giustificare quei cori dicendo, nel post gara, che si trattava di fischi e non di buu di stampo razzista. Oltre a coprirsi occhi e orecchie, è come se ci si voglia prendere in giro. Bravo Lele Adani in questo caso a non minimizzare (o meglio nascondere?) il caso come ha fatto il numero uno dei sardi.
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Buu che sono continuati fino a fine match e che hanno portato Matuidi a protestare, come lo scorso anno, con il direttore di gara. All’Ansa ha voluto dire la sua Mino Raiola, agente sia di Kean che di Matuidi, che ha espresso quella che è la sua opinione: “Non si può essere italiano e razzista allo stesso tempo. Io sono con Kean e Blaise. Per me il razzismo e sinonimo di ignoranza. Nessuno può o dovrebbe giustificarlo. Sono fiero dei miei ragazzi e sono con loro fino alla fine“.
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