La Fiorentina piange la scomparsa di Egisto Pandolfini

“Tutta la Fiorentina piange la scomparsa di Egisto Pandolfini”. Il club viola ricorda il centrocampista con “oltre 150 partite e 40 goal in maglia viola negli anni ’50 dopo essere cresciuto nelle giovanili gigliate e una lunga carriera proseguita con la maglia della Roma (120 presenze e 30 goal) le casacche di Inter, Spal ed Empoli e vestendo la maglia azzurra in 21 occasioni con 9 reti”.

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La carriera di Pandolfini

Nato a Signa il 17 febbraio del 1926, giovane operaio tornitore alle officine di costruzioni elettriche e meccaniche Cipriani&Baccani di Rifredi, si mise in luce fin dai tempi della guerra. Quando i giocatori della Fiorentina, rimasti in città o nelle sue vicinanze, tornarono in campo, in piena occupazione tedesca, domenica 28 novembre 1943, nella partita giocata al Campo Padovani tra ”Dopolavoro Carlo Baccani” e ”Associazione Calcio Caligaris”, per provare la possibile ripresa dell’attività sportiva, Egisto giocò, assieme a Menti e Valcareggi, contro Carlino Piccardi, il suo paesano Buzzegoli, Scagliotti, Avanzolini, Biagiotti. La Fiorentina ricominciò la propria attività dopo la Liberazione, Pandolfini, dopo aver giocato con il Signe contro i viola, fece parte, da subito, della squadra rimessa in piedi da Arrigo Paganelli e Ottavio Baccani, giocando in viola la prima partita il 30 ottobre 1944 contro l’Empoli. Pochi mesi dopo, il 29 luglio 1945, a Santa Croce sull’Arno, una sua doppietta fu decisiva nella vittoria della finale Fiorentina-Livorno del campionato regionale toscano.

Con la Roma e la Nazionale

Dopo aver giocato, 1945-1946, il torneo di Divisione Nazionale, diviso in due gironi, Pandolfini fu mandato a giocare ad Empoli, in serie B, segnando e mettendosi in mostra. La Fiorentina, piena di giocatori e povera di soldi, lo cedette alla Spal, dove esplose: capocannoniere e convocazione per le Olimpiadi Londra del 1948, senza però scendere in campo. La Fiorentina lo ricomprò a caro prezzo, il motorino Egisto divenne il simbolo di quella squadra e l’orgoglio dei tifosi – tanto da scatenare, quando nel 1952 il presidente Befani impose la sua cessione alla Roma, dopo più di 150 partite ufficiali in maglia viola, la famosa battaglia delle seggiole nell’assemblea dei soci della Fiorentina. La partecipazione ai mondiali del 1950 e 1954, le Olimpiadi di Helsinki del 1952, le stagioni con la Roma e con l’Inter, 21 presenze e 9 reti con la Nazionale: la sua fu una carriera prestigiosa, conclusa tornando alla Spal e poi all’Empoli da giocatore-allenatore. Lo scudetto che non vinse da calciatore, Pandolfini lo conquistò da dirigente della Fiorentina, con la costruzione della squadra, partendo dal vivaio gigliato, che vinse lo scudetto nel 1968-1969. Ma, al di là dei successi, il vero capolavoro fu la costruzione di un settore giovanile, con un impianto fatto da allenatori specializzati nella crescita dei giovani calciatori e da una fitta rete di osservatori. Un’organizzazione che è stata capace di tenere per decenni, nutrendo la prima squadra, legando indissolubilmente la Fiorentina alla produzione di giovani talenti, alla linea verde che, fin dagli anni Trenta ha contraddistinto la maglia viola. “Egisto, Gloria Viola, ha vissuto, interpretato, organizzato e trasmesso la storia della Fiorentina: ne siamo orgogliosi”, lo ricorda il Museo Fiorentina.

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