Cosa pensa di questa Juve, dove pensa possa arrivare in questa stagione?
“La Juve è molto forte, come ogni anno, quest’anno ancor di più grazie al giocatore più forte del mondo insieme a Messi, Cristiano Ronaldo che da solo sposta gli equilibri e che ha vinto 5 palloni d’oro. In Italia penso possa ripetere tranquillamente quello che ha fatto negli ultimi sette anni; in Champions ha competitor più importanti rispetto alla Serie A ma potrà arrivare fino alla fine. L’obiettivo dichiarato è la Champions, lì avrà avversari più difficili come Bayern Monaco, Real Madrid o Barcellona, ma anche lei potrà dire la sua”.
Insieme a Ronaldo chi altro acquisto l’ha colpita?
“Cancelo è senza dubbio un grandissimo giocatore, ha mostrato di avere tantissime qualità, ma chi sposta gli equilibri è Ronaldo; poi ovviamente intorno a lui c’è una grande squadra abituata a giocare insieme”.
Chi può essere l’anti-Juve, se c’è?
“L’antiJuve c’è nel momento in cui ci sia una squadra capace di tener testa ai bianconeri. Penso a Napoli, Inter e Roma, forse più il Napoli però c’è ancora tanta differenza, la Juve è di un altro pianeta”.
Da doppio ex della gara di domani, può raccontare un ricordo per quanto riguarda la Juve e uno per il Genoa?
“La mia esperienza al Genoa seppur breve, mi ha dato tanto. Sono stato da gennaio a giugno ma ho ricordi meravigliosi, dei tifosi, delle gare con Juve e Milan e soprattutto di un allenatore al quale sono molto legato come Gasperini. La Juve mi evoca ricordi importanti, è la più forte d’Italia e quella che ha vinto di più, è stato un onore per me. Porto dei bellissimi ricordi da entrambe le mie esperienze seppur differenti”.
Cosa pensa delle parole del CT Mancini e condivise da Di Biagio riguardo lo scarso impegno dei giovani?
“Parlando sulla mia esperienza, mi ricordo che Delio Rossi mi fece esordire dandomi continuità a 18 e per fortuna ho giocato solo in A. Io sono per una via di mezzo, ovvero che molti giovani non sono ancora pronti come succedeva in passato, ma allo stesso tempo c’è da dire che all’estero hanno una cultura nella preparazione del giovane differente. Lì hanno una pressione diversa, qui in Italia quando si sbaglia si paga e si viene accantonati al primo errore, c’è tanta pressione. Per la mia esperienza personale posso dire che l’Italia ha sempre lanciato i giovani, io ero titolare alla Roma a 21 anni ad esempio. L’Italia attuale sta facendo un po’ più di fatica perché i giovani non trovano spazio, ma penso che da entrambi le parti si possa fare qualcosa di più”.
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