In un’intervista a Marca Sampaoli, attualmente senza squadra, racconta i terribili giorni che trascorse in Russia con la sua squadra, ricordando non proprio con piacere l’avventura mondiale. “Noi, staff e giocatori, eravamo costretti a vincere” rivela l’ex selezionatore argentino, “con questo obbligo che avevamo addosso era difficile far emergere il talento. Ogni partita era quasi una sofferenza: ma ci siamo sempre allenati bene e abbiamo preparato in modo accurato le partite, anche se poi le cose non son andate per verso giusto. In Argentina c’è molta follia: se non vinci, sei un perdente“.
Fece discutere in particolare la chiacchierata con Messi circa l’eventuale ingresso in campo di Aguero, con Sampaoli che chiese alla Pulce se inserire o meno il Kun negli ultimi minuti di una gara del girone. Da qui le voci di una scarsa leadership del ct, con Sampaoli accusato di non avere in mano la gestione del gruppo. Parlando del numero 10 però l’allenatore non getta benzina sul fuoco, rivelando anzi: “Ha sofferto molto per non aver trionfato con l’Argentina, il miglior giocatore della storia così impegnato e sofferente: ha sofferto davvero tanto per non essere riuscito a trascinare il gruppo verso il successo. Avere il migliore del Mondo in squadra ti obbliga a essere davvero molto esigente. Ma anche il resto della squadra deve essere all’altezza.“
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