NAPOLI JUVENTUS – Una gara che non ha bisogno di presentazioni. Una gara che non ha bisogno di particolare preparazione, perché è una partita che (quasi) si presenta e prepara da sola. Napoli-Juventus da sempre è una sfida che va oltre classifica e punti, è un duello tra nord e sud d’Italia, tra i “ricchi” bianconeri e la “squadra del popolo” del Napoli. Napoli Juventus è un po’ come Davide contro Golia, ma una gara che negli ultimi anni è stata aperta a tutti i risultati. Con Allegri infatti i bianconeri sono tornati, 4 stagioni fa, a vincere al San Paolo dopo oltre 10 anni di astinenza, non sono mancati però anche grandi exploit dei padroni di casa, spesso guidati da un Hamsik che è volato intanto verso altri lidi.
Le ultime gare sotto al Vesuvio hanno visto sempre la zampata di Higuain, sia da una parte che dall’altra dopo il discusso trasferimento. L’ultima volta che si giocò al San Paolo vinse la squadra di Allegri, per 1-0, proprio grazie al Pipita. Era il dicembre del 2017 e, da quel giorno, molte cose sono successe. Nel ritorno infatti il Napoli espugnò l’Allianz Stadium arrivando, con la testata di Koulibaly, a sfiorare lo scudetto. Higuain se n’è andato in estate, è arrivato Ronaldo e, sulla sponda azzurra, si è visto il ritorno in Italia di Ancelotti.
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Napoli-Juventus, Ancelotti sfida i bianconeri
Proprio l’allenatore di Reggiolo è stato più volte presentato da De Laurentiis come il vero acquisto top del Napoli. La classifica però non mente e il ritardo dalla vetta degli azzurri è importante. Come detto la gara di domenica va oltre punti e posizioni di classifica, acquisisce significato a parte e un valore che trascende le 13 lunghezze che separano le squadre.
In un’intervista al La Stampa Ancelotti fa i complimenti ai bianconeri, lanciando però la sfida per la gara di domenica sera: “La classifica non mente, merito della Juve e demerito nostro. Loro sono sopra la media, noi dentro una media molto elevata. Abbiamo sbagliato poche partite e fatto un buon campionato, ma è un giudizio annacquato dalla straordinarietà della Juventus.”
La promessa, poi, all’ambiente napoletano e la motivazione principale che lo ha portato a rifiutare un anno fa la Nazionale: “Il Napoli può e deve riuscire a competere con la Juve, altrimenti non sarei venuto qui. Prima o poi vinceremo, sono sicuro. Lo stress da panchina? Se lo conoscessi, avrei accettato di allenare la Nazionale, ma io ho bisogno di lavorare tutti i giorni”.