Vincere è l’unica cosa che conta. Questo il mantra, il motto, la preghiera laica di una squadra, la Juventus, che ha incarnato dentro la sua maglia lo spirito di questa affermazione. Vincere, a qualunque costo, perché è l’unica cosa che da oltre 100 anni i bianconeri sanno o vogliono fare. C’è un però, una piccola macchia che sporca l’entusiasmo dei tifosi juventini, una sorta di amarezza che accompagna i supporters bianconeri praticamente in ogni gara, in particolare modo nella gestione Allegri.
Stiamo parlando di una sorta di “sindrome”, un’insoddisfazione del popolo bianconero a cui non basta più vincere, in qualsiasi maniera, ma vogliono vincere facendolo bene, divertendosi, lustrandosi gli occhi ammirando una squadra tra le più forti, se non la più forte, della storia della Juventus.
Quest’anno, così come lo scorso, i discorsi al termine di ogni gara della Juventus sembrano essere sempre gli stessi. Juventus solida, Juventus vincente, Juventus prima, mai Juventus bella, Juventus spettacolare. Un discorso questo che ha già spaccato in due la tifoseria non solo bianconera, ma che ha coinvolto in discorsi, critiche, valutazioni, anche addetti ai lavori o semplici appassionati. Come mai la Juventus, col il tasso tecnico di cui dispone, si limita ogni partita al compitino, a sbloccare la gara, ritirarsi, aspettare, orchestrare azioni lente e manovrate, quando potrebbe grazie ai suoi interpreti giocare divertendo e divertendosi. Il gap, sotto questo punto di vista, con il Napoli è evidente da più di un anno. Sotto al Vesuvio è sempre uno spettacolo, uno show, un luna park che coinvolge giocatori e pubblico. Con Sarri così come con Ancelotti, che ha elevato il sarrismo a un livello superiore, pur mantenendo velocità e mentalità offensiva.
Un gioco, quello degli azzurri, che si è dimostrato in tutta la sua bellezza, nell’estetica tanto bistrattata dai puristi del gioco, ma che in Europa ha saputo affermarsi grazie al Barcellona di Guardiola, l’Arsenal di Wenger, o il City dello stesso Pep. Gunners a parte, negli altri due casi il bel gioco si è rivelato vincente, e in Italia lo scorso anno se non ci fosse stata la Juventus anche il Napoli sarebbe stato campione. La Juventus si, quella Juve tanto “brutta” (secondo gli esteti) ma solida e vincente, tanto forte da relegare al secondo posto una squadra capace di raccogliere 91 punti in campionato. Mai una seconda era arrivata così in alto.
Eppure per la “sindrome” del tifoso juventino non sembra esserci vaccino, cura, se non quella di vedere una Juve finalmente spettacolare, come solamente a sprazzi ha saputo dimostrarsi, salvo poi rintanarsi nuovamente in una tattica a tratti snervante, fin troppo poco intraprendente, nonostante i vari Pjanic, Dybala, Ronaldo, Douglas Costa. Perché il Napoli riesce a giocare così e la Juventus no? Si chiedono i tanti tifosi bianconeri che, seppur vincenti, non riescono a rimanere appieno soddisfatti di una squadra che sembra girare al 60% delle sue potenzialità. Per dire, come avere una fuoriserie e limitarsi ad andarci a fare la spesa la domenica mattina. È il paradosso di una squadra che, seppur tiranna in Italia e apprendista tale in Europa, non riuscirà mai ad accontentare tutti i suoi sostenitori. Ma, alla fine, se vincere è l’unica cosa che conta, la Juventus non sarà bella, ma almeno è coerente con il motto che tutti i tifosi bianconeri hanno impresso nel loro spirito.
Con buona pace dell’estetica.