“È sconcertante…”: Serie A, il dato clamoroso che anticipa la rivoluzione

Preoccupa il dato registrato nell’ultima giornata di Serie A e non solo: nel campionato italiano di massima serie si gioca ormai sempre meno

Dalla Serie A arriva il dato sconcertante che deve indurre a pensare. Si perché si fa riferimento al tempo effettivo in cui un match del campionato italiano di massima serie viene giocato. Su 90′, effettivamente impiegati in azioni, che siano esse offensive o difensive, i minuti impiegati nel giro palla registrano circa la metà del tempo.

Arbitro fischia e indica con la mano Serie A
Arbitro Serie A (LaPresse)

In analisi, da ‘La Gazzetta dello Sport’, è stata presa nello specifico l’ultima giornata di Serie A, la 27esima. Di questa sono stati analizzati i dati e si è visto che in media i minuti giocati sono stati 47. Un dato che preoccupa, perché rivela che le perdite di tempo siano a tutti gli effetti ormai le maggiori protagoniste delle partite.

Stefano Pioli aveva già, dopo aver affrontato la Juventus, parlato di introduzione di tempo effettivo per cercare di contrastare l’immobilità di certe partite. Concetto ribadito anche dopo Milan-Udinese in cui si è giocato a tutti gli effetti solamente 45’ e 38”. Considerando anche il fatto che siano stati assegnati 6′ di recuperi, si è giocato meno della metà del tempo. In Genoa-Inter, invece, il match è durato (come gioco) 44’ e 02”. Il calcio di Lazio-Napoli è invece durato 57’50’. Una differenza di tempo ritenuta “sconcertante” da ‘La Gazzetta dello Sport’.

Pallone ufficiale Serie A
Pallone ufficiale Serie A (LaPresse)

Serie A, sconcertante il tempo di gioco registrato per i match del campionato: il VAR è l’indiziato principale

Come riportato quindi da ‘La Gazzetta dello Sport’, le interruzioni arbitrali non sono diminuite ma neppure aumentate. Il tempo di gioco viene spesso perso quando ci sono rinvii dal fondo, rimesse laterali, punizioni, infortuni o comunque ingresso dello staff medico. Il momento dei cambi poi vedono molto spesso i giocatori attraversare tutto il campo camminando, invece di raggiungere l’uscita dal rettangolo di gioco più vicina.

Il maggiore indiziato per il gioco fermo e ‘la perdita di tempo’ resta però il Var. Come si legge su ‘La Gazzetta dello Sport’: “La differenza tra i match (Milan-Udinese e Lazio-Napoli ndr.) è sconcertante. Non c’è dubbio che la ragione principale sia il tempo impiegato dal Var per sbrogliare le varie matasse. Fino alla fine della stagione 2016-17, l’ultima pre-Var, era quasi impossibile scendere sotto i 50′. Ecco perché l’introduzione del tempo effettivo sta diventando sempre più necessaria anche nel calcio”.